Il Consiglio dei ministri ha approvato in via preliminare un nuovo decreto attuativo della riforma fiscale, il decimo della serie, dedicato al riordino del sistema della riscossione. L’obiettivo del governo è di renderla più “veloce ed efficiente”, oltre che di snellire la montagna di debiti fiscali, cha al 31 dicembre scorso ammontava a 1.206,6 miliardi. Il nuovo provvedimento prevede innanzitutto un allungamento dei tempi per saldare i debiti con il fisco: si passa dalle 72 rate mensili attuali ad un massimo di 120, mentre oltre i 120mila euro di debito il contribuente che documenta la temporanea situazione di obiettiva difficoltà avrà subito la possibilità di dilazionare il pagamento in 120 rate mensili al massimo. Sotto quella soglia è previsto invece ogni biennio un aumento progressivo delle rate: per chi “documenta” la situazione di difficoltà è previsto un minimo di rate crescente (che aumenta ogni due anni, da 85 a 97 a 109) e un massimo sempre di 120 rate, mentre per il contribuente che “dichiara” semplicemente di trovarsi in situazione di difficoltà l’aumento parte da 84 rate mensili nel 2025-26 aumentando progressivamente fino ad un massimo di 108 rate nel 2029. Sarà il Ministero dell’Economia a valutare se concedere le 120 rate dal 2031.
Dal 2025 poi arriva lo stralcio (il “discarico automatico”) per le cartelle non riscosse entro cinque anni. È previsto anche il “discarico anticipato” nei casi di chiusura del fallimento o della liquidazione giudiziale o “l’assenza di beni suscettibili di poter essere aggrediti”. Fino alla prescrizione, comunque, l’ente creditore potrà gestire in proprio la riscossione coattiva delle somme discaricate oppure affidarla in concessione a soggetti privati con gara pubblica, o riaffidarle all’Agenzia entrate-riscossione per due anni nel caso in cui si venga a conoscenza di nuovi e significati elementi reddituali del debitore. Dal prossimo anno poi, le cartelle dovranno essere notificate al creditore entro nove mesi dall’affidamento del carico e ci sarà anche la possibilità di raggruppare i crediti per codice fiscale, con l’effetto di avere ad esempio in un’unica cartella tasse e multe.
“Aiutiamo chi vuole pagare ma non riesce”, ha commentato il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, che assicura: continueremo a “lottare contro i furbetti”.
Cambia il calendario delle tasse, ok alle semplificazioni
Cambia dal 2024 il calendario delle scadenze fiscali mentre diventa più semplice la dichiarazione precompilata. Il Governo ha infatti approvato il 23 ottobre scorso in Consiglio dei ministri due nuovi decreti legislativi di attuazione della riforma fiscale, che si aggiungono ai due provvedimenti su riforma dell’Irpef e fiscalità internazionale varati la scorsa settimana a complemento della legge di bilancio.
Uno dei due testi approvati prevede “l’anticipo dal 30 novembre al 30 settembre del termine per la presentazione delle dichiarazioni in materia di imposte sui redditi e di Irap”. Per i soggetti Ires, invece, il termine viene “anticipato dall’ultimo giorno dell’undicesimo mese successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta all’ultimo giorno del nono mese successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta”.
La modifica, specifica il testo, consente di “anticipare il controllo delle dichiarazioni e, conseguentemente, l’erogazione degli eventuali rimborsi da esso scaturenti. La disposizione, inoltre, consente di anticipare i tempi per la precompilazione delle dichiarazioni. La norma, infine, consente di anticipare l’approvazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale e, di conseguenza, la pubblicazione delle relative procedure software”.
Dal 2025, invece, le dichiarazioni in materia di imposte sui redditi e di Irap potranno essere presentate a partire dal primo aprile, fermo restando il termine del 30 aprile per la disponibilità della dichiarazione dei redditi precompilata. Dal 2024, in via sperimentale, l’Agenzia delle entrate renderà disponibile la dichiarazione dei redditi precompilata non solo per lavoratori dipendenti e pensionati, ma anche per i titolari di redditi diversi e per i titolari in regime di partita IVA. Verranno definiti meglio anche i contorni dell’autotutela: in caso di errore evidente da parte dell’amministrazione finanziaria la stessa, di propria iniziativa o su istanza del contribuente, potrà provvedere a ritirare l’atto più velocemente rispetto a prima.
Fisco: il governo approva la legge delega di riforma
Il disegno di legge delega per la riforma fiscale è diventato legge il 4 agosto scorso. La Camera ha approvato in via definitiva il ddl con 184 voti favorevoli e 85 contrari. Questa la cornice con i principi e i criteri per la revisione del sistema tributario, che il governo dovrà tradurre in norme con specifici decreti entro i prossimi 24 mesi. L’esecutivo dovrà però fare i conti con le risorse a diposizione e con ogni probabilità le prime misure ad essere attuate saranno quelle che non richiedono coperture.
Tra le novità più significative la riduzione delle quattro aliquote Irpef, l’Iva azzerata per i beni di prima necessità, sanzioni penali attenuate per i contribuenti che si sono trovati impossibilitati a pagare e per le imprese che collaborano. “Una vera e propria svolta per l’Italia“, ha detto Giorgia Meloni. “Siamo riusciti a portare a casa un grande risultato – ha aggiunto il vice ministro all’economia, Maurizio Leo – è una riforma storica”.
Per renderlo operativo come detto servirà l’approvazione del testo-cornice dal Parlamento e poi il varo dei decreti delegati che dovranno contenere anche le opportune “coperture” finanziarie, che in parte saranno garantite dalla revisione delle attuali 600 “tax expenditures”, che hanno un costo di 165 miliardi, ma nel corso dei prossimi due anni serviranno ulteriori risorse per rivedere il sistema delle entrate.